La formazione di condensa


Il controllo dei fenomeni di condensa all'interno di strutture murarie è un problema noto ai progettisti e ai costruttori.
Per molti anni il problema è stato trascurato a livello di progettazione in quanto fino agli anni '90 non esisteva una normativa che regolamentasse i criteri di qualità per progettare strutture murarie e strutture portanti che non presentassero tali fenomeni.
Le conseguenze di questa carenza in fase progettuale ha portato ai risultati ben conosciuti come si può vedere nelle immagini sottostanti.



La formazione di muffa sulle pareti esterne degli edifici in corrispondenza dei muri di tamponamento è evidente, mentre è inesistente in corrispondenza del telaio in cemento armato, di cui se ne vede chiaramente la traccia. E' noto che nelle costruzioni almeno ante 2009, la scarsità del livello di correzione dei ponti termici porta alla formazione delle muffe su pareti esterne.
Nella fotografia a sinistra è evidente come la muffa, dovuta sempre per fenomeni di formazione di condensa, sia causa di ammaloramento dei muri interni.


La formazione di muffe e di licheni esterni con evidenziazione delle tracce delle travi, si verifica prevalentemente nei periodi invernali. L'ambiente interno ha una umidità assoluta più alta dell'aria esterna, per cui si ha una migrazione di vapore acqueo dall'interno verso l'esterno. I ponti termici non corretti, che sono costituiti
dalle travi e dai pilastri in cemento armato, sono riscaldati dalla temperatura interna dell'abitazione, normalmente intorno ai 20°C, per cui la superficie esterna risulta
più calda dell'area del muro di tamponamento, costituito normalmente da laterizio forato. Per tale motivo l'umidità relativa è più alta sul muro di tamponamento freddo, con  conseguente formazione di muffe.
Nel caso della formazione delle muffe interne il fenomeno normalmente è dovuto a lunghi periodi di non accensione dell'impianto di riscaldamento, quindi, ad esempio, si
verifica in case non abitate da tempo, o in case che non dispongono di un adeguato impianto di riscaldamento. Tale fenomeno si concentra all'intersezione delle travi con i
pilastri, quindi dove ci sono le maggiori dispersioni termiche. Anche la scarsa ventilazione dei locali è un fenomeno che incentiva la formazione di muffe.
Nei periodi estivi, date le alte temperature sia esterne che interne, i fenomeni di condensazione superficiale e interstiziale sono praticamente inesistenti.

Cosa sono le muffe ?

Le muffe sono un tipo di funghi pluricellulari, capaci di ricoprire alcune superfici sotto forma di spugnosi miceli e solitamente si riproducono per mezzo di spore. Questo è un fenomeno perfettamente naturale che accompagna la vita fin dalla sua comparsa sulla Terra, ma che è spiacevole che si verifichi all'interno e all'esterno delle abitazioni.
Le spore della muffa formatasi all'interno degli edifici creano un problema, soprattutto riguardo all'inalazione delle spore. Le spore di alcune muffe, infatti, causano potenti allergie (in quanto allergeni); inoltre, le spore di alcuni funghi come lo Stachybotrys (la cosidetta muffa nera che si vede sulle pareti interne) rilasciano potenti tossine che, nei polmoni, creano infiammazioni e lesioni polmonari, specie nei bambini. Negli ambienti, la presenza di muffa può indicare un difetto di origine strutturale o accidentale: una scarsa esposizione solare (spesso la muffa viene uccisa dalla luce diretta del sole), un'eccessiva umidità, per infiltrazioni di acqua o per condensa sui muri freddi, una insufficiente ventilazione o una scarsa manutenzione, come già accennato in precedenza.

La nuova normativa sulla prevenzione della formazione di condensa.

Le leggi italiane hanno affrontato il fenomeno della formazione di condensa all'interno delle strutture in maniera sistemica con il DPR 59 del 2009.
Questo argomento è stato ripreso e approfondito dalla nuova normativa sui requisiti minimi che le nuove costruzioni, e quelle esistenti in caso di ristrutturazioni importanti, devono avere.
Vediamo in sintesi cosa chiede il legislatore con il DM del 26 giugno 2015 entrato in vigore il 1° ottobre 2015.

Il decreto ne parla al paragrafo 2.3 dell'allegato 1:

Nel caso di intervento che riguardi le strutture opache delimitanti il volume climatizzato verso l’esterno, si procede in conformità alla normativa tecnica vigente (UNI EN ISO 13788), alla verifica dell’assenza:


- di rischio di formazione di muffe, con particolare attenzione ai ponti termici negli edifici di nuova costruzione;
- di condensazioni interstiziali.

Le condizioni interne di utilizzazione sono quelle previste nell’appendice alla norma sopra citata, secondo il metodo delle classi di concentrazione. Le medesime verifiche possono essere effettuate con riferimento a condizioni diverse, qualora esista un sistema di controllo dell’umidità interna e se ne tenga conto nella determinazione dei fabbisogni di energia primaria per riscaldamento e raffrescamento.

Quindi per il calcolo della formazione di muffe e di condesazione rimanda alla norma tecnica UNI EN ISO 13788.
Inoltre impone due obblighi ai progettisti: evitare il rischio di formazione di muffe, in particolare nei ponti termici ed impedire la formazione di condensazione interstiziale. Nel DPR 59/09 era richiesta l'assenza di formazione di condensa interstiziale limitatamente alla capacità di rievaporazione estiva.
Col nuovo DM del 26/06/15 la formazione di condensazioni interstiziali deve essere zero per tutto l'anno. Inoltre introduce un ulteriore requisito limite: l'assenza di formazione di muffe in particolare nei ponti termici. La norma UNI EN ISO 13788 richiede che per tale verifica, il profilo di umidità relativa del vapore all'interno della struttura non superi mai il valore dell'80%.
Questa verifica deve essere fatta sia normalmente per le strutture di tamponamento sia per i ponti termici, con aggravio di calcoli per il progettista, che dovrà compiere uno sforzo in più nel suo lavoro. Queste verifiche dovranno essere riportate nella relazione ex legge 10/91.


Esempio di calcolo dell'andamento di umidità relativa in un ponte termico costituito da pilastro in c.a. e muro di tamponamento in laterizio con isolamento termico.


Il nuovo DM quindi ha introdotto dei limiti più restrittivi per la verifica della formazione di condensa e ha indicato come metodologia di calcolo la norma UNI EN ISO 13788. Naturalmente questo aggravio di condizioni è vincolante anche per i costruttori che dovranno poi applicare nelle loro realizzazioni le soluzioni adottate dal progettista.